Torino, la nebbia che sale dal Po, i lampioni che disegnano cerchi di luce tremolante e un uomo capace (forse) di cambiare la realtà con la sola forza del pensiero.
Già l’ambientazione de L’ultimo mago di Francesca Diotallevi basterebbe per farmi dire “top lettura dell’anno”. Ma poi arriva la scrittura, evocativa, precisa, mai banale e a quel punto è fatta: ci si ritrova dentro una Torino che sembra respirare, viva e misteriosa.
Il romanzo si muove su due piani narrativi: da una parte c’è Gustavo Rol, figura realmente esistita, riservata, enigmatica e affascinante; dall’altra, la storia del protagonista, fatta di amore, rimpianti e domande sospese, che attraversa la vita come se cercasse un segno, un senso, una risposta. Due percorsi paralleli che si sfiorano, si inseguono e finiscono per intrecciarsi nel punto in cui il mistero tocca la fragilità umana: il bisogno di credere in qualcosa che sfugge alla logica, che dia un senso a ciò che la realtà da sola non riesce a spiegare.
Rol è un personaggio che sembra inventato e invece no. Si diceva potesse leggere nel pensiero, cambiare il colore dei fiori, prevedere il futuro, duplicare oggetti. Non cercava soldi, non amava la ribalta. Era un uomo schivo, riservato, e forse proprio per questo così affascinante. E qui entra in scena Piero Angela, razionale e curioso, deciso a capire se dietro a tutto ci fosse davvero qualcosa di inspiegabile. Da quell’incontro nasce, anni dopo, il CICAP, l’associazione che si occupa di verificare le affermazioni sul paranormale.
Insomma: Rol non ha solo diviso gli animi, ma ha anche contribuito, suo malgrado, a far nascere uno dei movimenti più importanti del pensiero critico italiano.
Eppure, una domanda resta: perché? Se non per vanità, né per denaro, cosa spingeva Rol a farlo?
Forse per lo stesso motivo per cui leggiamo, o scriviamo, o sogniamo: per trovare una via di fuga, un passaggio segreto verso un mondo in cui le regole possono piegarsi, anche solo per un istante.
Inoltre, evento unico nella mia vita da lettrice, per la prima volta mi è venuta voglia di sottolineare un libro.
L’ultimo mago è un romanzo che incanta, che mescola il fascino del mistero con l’intimità del rimpianto.
In ogni caso, una cosa è certa: Francesca Diotallevi ha fatto il suo incantesimo.
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